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Progetto

Trans Lives Matter March: la strada, la memoria, la lotta

Il 20 novembre 2022, in occasione del Trans Day of Remembrance (TDOR), ACET ha promosso e organizzato a Milano la prima Trans Lives Matter March: una manifestazione pubblica, autonoma e politica, pensata per riportare al centro dello spazio urbano e del discorso pubblico la memoria, la rabbia e la presenza delle persone transgender.

In un Paese dove la transfobia è sistemica e le soggettività trans faticano ancora a essere riconosciute nella loro piena complessità, abbiamo scelto di non commemorare in silenzio, ma di prendere parola, occupare la strada, costruire visibilità e forza collettiva.

La marcia si è snodata per le vie del centro di Milano, accompagnata da interventi, musica, testimonianze e materiali visivi. È stata una manifestazione netta, trasversale, determinata, in cui centinaia di persone hanno scelto di esserci, in presenza e in alleanza, non solo per ricordare chi non c’è più, ma per lottare per chi c’è ancora.

Una giornata che ha segnato un prima e un dopo

La Trans Lives Matter March ha rappresentato un passaggio fondamentale nella storia delle mobilitazioni trans in Italia, per dimensione, qualità politica e impatto culturale.
È stata una mobilitazione nata interamente da persone transgender, costruita senza mediazioni, e in grado di tenere insieme memoria storica, rivendicazione e visione.

Per ACET, questa marcia è un punto di svolta: ha reso visibile una volontà collettiva di affermazione e ha mostrato che è possibile agire nello spazio pubblico con forza, complessità e autonomia.
La marcia incarna pienamente la nostra linea d’azione: non chiedere spazio, ma costruirlo. Non chiedere ascolto, ma esercitare parola. Non commemorare per dovere, ma ricordare per trasformare.

Una pratica da rinnovare

Dal 2022 in poi, la Trans Lives Matter March è diventata un appuntamento centrale del nostro calendario politico e culturale, e ogni anno torna a prendere forma come spazio di mobilitazione autonoma, non mediatizzata, radicata nei territori.

Non è un corteo qualunque, e non è pensato per ottenere consenso. È pensato per prendere posizione, per dare corpo alla storia trans italiana, per marcare presenza anche laddove si cerca ancora di cancellarla.

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Progetto

Identità, memoria e spazio: la presenza trans nell’arte pubblica

Nell’estate del 2023, ACET è stata contattata da Or.Me – Ortica Memoria, un progetto artistico che lavora sulla riqualificazione urbana attraverso la memoria collettiva.
Stavano realizzando un’opera monumentale: il Murales dei Diritti, un grande affresco pubblico nel cuore del quartiere Ortica, a Milano, con 100 volti di persone che hanno segnato la storia dei diritti civili e umani.

Ci è stato chiesto di indicare figure storiche del Movimento Trans. Abbiamo risposto con sette nomi che per noi sono fondamentali:

Marsha P. Johnson, Sylvia Rivera, Leslie Feinberg, Pina Bonanno, Marcella Di Folco, Deborah Lambillotte, Lucy Salani.

Tutte e tutti sono stati inclusi nell’opera.

Il murale è stato inaugurato l’8 ottobre 2023. Un gesto simbolico, ma profondamente politico: rendere visibili i volti e i nomi di chi ha lottato, in uno spazio pubblico, permanente, collettivo.

Essere presenti in questo racconto visivo della storia significa rivendicare il posto che ci spetta. Sui muri, nella memoria, nel futuro.

Progetto

Sotto attacco, mai in silenzio. La battaglia per le carriere alias in Lombardia

Nel giugno 2023, in piena estate e nel silenzio generale, viene depositata una mozione in Regione Lombardia dal consigliere Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), intitolata «Interventi contro la diffusione dei regolamenti scolastici sulla C.D. “Carriera Alias”».
Un atto che mirava esplicitamente a cancellare ogni forma di riconoscimento amministrativo dell’identità di genere nelle scuole lombarde, vietando regolamenti interni, percorsi di accompagnamento, progetti educativi, e persino l’utilizzo dei nomi d’elezione.

Dietro la retorica del “buon senso”, si celava l’obiettivo politico chiaro: colpire le soggettività transgender più giovani, renderle invisibili, negare loro perfino il diritto di essere chiamate col proprio nome.

L’inizio della mobilitazione

La prima a dare l’allarme, il 24 giugno 2023, è la consigliera comunale Monica Romano, che dal palco del Milano Pride denuncia pubblicamente la mozione e lancia la proposta di una manifestazione sotto il palazzo della Regione Lombardia.
È l’inizio di una mobilitazione politica e sociale che durerà quattro mesi.

Nel frattempo, la mozione — modificata più volte — resta all’ordine del giorno, mentre cresce la consapevolezza della sua pericolosità.
In poco tempo, nasce un fronte largo e trasversale di realtà studentesche e LGBTQIA+, riunite sotto il nome di Coordinamento Carriere Alias. Senza loghi, senza bandiere, ma con un obiettivo chiaro: far ritirare o far bocciare la mozione.

Una campagna comunicativa senza precedenti

Le prime settimane sono difficili. La stampa nazionale non ne parla, la partecipazione ai presidi è contenuta.
Ma non ci fermiamo. ACET insieme ad altre realtà inizia a costruire una strategia comunicativa forte, precisa e mirata:

  • Viene diffusa una lettera di diffida firmata dalla dottoressa Giuseppina Ristori, figura di riferimento nella medicina dell’affermazione di genere.
  • Emergono mail interne di consiglieri regionali come Mauro Macchi, che mostrano la spaccatura interna nella maggioranza.
  • La strategia social viene intensificata, così come la pressione politica.

Il secondo presidio davanti al Pirellone diventa un caso nazionale. I media si accorgono della questione, la notizia arriva sulle prime pagine e, per la prima volta, si rompe la compattezza del centro-destra lombardo.

Una vittoria politica e culturale

Il momento decisivo arriva in ottobre 2023, quando la mozione viene finalmente discussa in aula. Nonostante le modifiche, non raggiunge i voti necessari per essere approvata.
La mozione è bocciata. Abbiamo vinto.

La nostra battaglia è riuscita a impedire un pericoloso precedente normativo, ma ha fatto di più:

  • Ha portato la questione delle carriere alias al centro del dibattito pubblico nazionale.
  • Ha mostrato che una rete politica e comunicativa ben strutturata può davvero incidere.
  • Ha ricordato che le persone trans, soprattutto quelle giovani, non sono sole e non resteranno in silenzio.

Una battaglia che ci definisce

Questa campagna è stata la più grande mai costruita da ACET fino ad oggi, non solo per l’impatto mediatico, ma per la capacità di tenere insieme strategia, comunicazione e mobilitazione reale.
Non abbiamo difeso un regolamento. Abbiamo difeso un principio di realtà, di dignità, di vita quotidiana.

Questa è la nostra linea politica:
Agire in fretta, prendere parola, costruire alleanze, rifiutare la neutralità, rendere visibili gli attacchi e rispondere colpo su colpo.
Non chiediamo di esistere: lo facciamo.

Progetto

ACETEAM, Il calcio come campo di battaglia culturale

Nel 2023 nasce ACETEAM, la prima squadra di calcio in Italia interamente composta da atleti transgender.
Un progetto pionieristico, costruito dalla collaborazione tra ACET e Polisportiva Open Milano Calcio ASD, che ha portato per la prima volta in campo — letteralmente — la possibilità di pensare lo sport come spazio di affermazione, autodeterminazione e visibilità reale per le persone transgender.

ACETEAM è molto più di una squadra.
È una presenza politica nello spazio sportivo, che storicamente ha escluso, marginalizzato o ridicolizzato le persone transgender. È un’azione concreta, che rifiuta il simbolico e il decorativo, e sceglie invece di esistere, allenarsi, competere e farsi vedere.

Uno spazio che prima non c’era

Lo sport è spesso narrato come un luogo di inclusione. Ma per le persone trans, troppo spesso, è l’esatto contrario: un territorio segnato da diffidenza, barriere normative, ostilità sistemica e cancellazione della complessità dei corpi.
In questo contesto, ACETEAM si propone come una risposta radicale: non l’inclusione in qualcosa di preesistente, ma la creazione di un nuovo spazio di possibilità, dove nessuno deve giustificare la propria presenza.

Allenarsi, scendere in campo, far parte di un contesto sportivo sono gesti ordinari. Ma per chi ha dovuto sentirsi fuori posto per tutta la vita, sono atti politici potenti.
ACETEAM è questo: un corpo collettivo che rivendica il diritto di esserci, di muoversi, di costruire forza, anche in ambienti ostili.

PLAYOUT. Raccontare una squadra, raccontare una comunità

Durante la prima stagione calcistica di ACETEAM, è stato realizzato da Accademia09 un documentario dedicato alla squadra: si chiama PLAYOUT ed è firmato da Alessandro Toscano e Fabrizio Nacciareti, in collaborazione con CIG Arcigay Milano, con il contributo degli studenti del terzo anno del Corso di Regia.

PLAYOUT segue le voci di Alba, Tommaso, Noah, Nico e Guglielmo, cinque atleti della squadra, intrecciando i loro percorsi personali con l’esperienza condivisa dentro al campo.
Il risultato è un racconto corale che mostra ACETEAM non solo come progetto sportivo, ma come dispositivo politico: uno strumento di accesso, legittimazione e trasformazione per l’intera comunità trans*.

Il documentario mette a fuoco l’ostilità sistemica che le persone trans incontrano nello sport, ma anche la forza collettiva, la resilienza e la determinazione che possono nascere da uno spazio costruito con cura e visione.
Un luogo che non è soltanto safe, ma anche radicalmente generativo.

La prima proiezione pubblica di PLAYOUT si è tenuta al Mix Festival il 1° ottobre 2023 alle ore 12.30, segnando un altro passo importante nel dare visibilità e profondità a un progetto che, stagione dopo stagione, continua a dimostrare che fare squadra può essere anche un modo per cambiare il mondo.

Sostenibilità e accessibilità

Il progetto è stato reso economicamente sostenibile grazie al supporto del Rainbow Social Fund, del progetto Pride Club e della fondazione NextEnergy, che ha coperto parte dei costi garantendo una quota di partecipazione calmierata e accessibile a tutti i livelli di reddito.
Questo ha permesso a chiunque di prendere parte al progetto e avere accesso per un anno allo sport in modo sicuro, dignitoso e senza ostacoli economici.
Una scelta politica chiara: lo sport come diritto, non come lusso.

ACETEAM incarna in modo perfetto la linea d’azione di ACET: tradurre i bisogni delle soggettività trans in progettualità reali, non simboliche, che trasformino spazi sociali concreti.
Come ogni attività dell’associazione, anche questa squadra nasce da un’urgenza reale, si costruisce e prende forma con intenzione, presenza e alleanze strutturate.

Non si tratta solo di “fare sport”. Si tratta di costruire spazi abitabili. Di rendere visibile ciò che è stato sempre tenuto ai margini. Di creare futuro, non solo reazione.

Dal 2024, una nuova gestione

A partire dal 2024, il progetto è interamente gestito da Polisportiva Open Milano Calcio ASD, che ne garantisce continuità e struttura organizzativa.
ACET ha scelto di affidare la gestione sportiva a Open, riconoscendo la solidità del percorso condiviso e l’importanza di radicare il progetto nel tessuto sportivo cittadino.

La visione che ha guidato la nascita di ACETEAM continua a vivere in una forma autonoma, capace di crescere, consolidarsi e generare presenza.

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