Il nostro lavoro
Il lavoro di ACET nasce da una visione: costruire spazi e strumenti che abbiano un impatto reale sulla vita delle persone transgender e sulla società.
Non ci limitiamo a reagire, ma progettiamo. Non rincorriamo i linguaggi dell’inclusione, li riscriviamo.
Crediamo nella cultura come terreno di trasformazione, nella comunità come risorsa politica, nella produzione di sapere come gesto di potere.
Ogni progetto che realizziamo risponde a bisogni concreti e allo stesso tempo contribuisce a un orizzonte più ampio: dare forza, presenza e autorevolezza alle persone transgender.
Momenti di socializzazione
Organizziamo regolarmente serate conviviali, incontri informali e momenti di confronto dal vivo.
Sono occasioni preziose per conoscersi, parlare, scambiare esperienze.
Spazi liberi da aspettative, dove è possibile ritrovarsi, uscire dall’isolamento e rafforzare legami autentici.
La socializzazione non è un’attività marginale: è la base di una comunità viva, che resiste anche nella quotidianità.
Happening culturali
Pensiamo la cultura come uno strumento di crescita e di intervento politico. I nostri happening culturali includono presentazioni di libri, proiezioni di film, dibattiti e talk con autori, esperti e protagonisti del pensiero contemporaneo.
Non proponiamo “eventi” ma contesti di riflessione.
Luoghi in cui le idee si incontrano, si mettono alla prova, aprono nuove strade.
Non ci interessa semplificare. Ci interessa costruire un discorso più profondo, critico e necessario
Casa editrice
Stiamo fondando una casa editrice indipendente dedicata alla pubblicazione di testi scritti da autori transgender e di opere che esplorano le questioni dell’identità e del genere con profondità teorica e qualità letteraria.
È un progetto ambizioso, che mira a riportare in circolo opere fuori catalogo e a proporre nuove narrazioni.
La nostra linea editoriale sarà chiara: niente didascalie, niente concessioni. Solo libri capaci di spostare il centro del discorso
Osservatorio nazionale sulla transfobia
Stiamo costruendo un Osservatorio indipendente per monitorare e analizzare le forme della transfobia in Italia.
Non vogliamo limitarci a denunciare: vogliamo comprendere, documentare, intervenire.
L’Osservatorio sarà uno strumento analitico e politico, con dati, riflessioni e materiali utili per chi fa ricerca, comunicazione o politica.
Lontano dalla retorica dell’emergenza e dalle strumentalizzazioni, l’Osservatorio intende restituire complessità, struttura e verità politica a un fenomeno troppo spesso invisibilizzato.
Mentoring
Il mentoring che stiamo progettando nasce da una necessità concreta: costruire percorsi che puntino all’autonomia, alla sicurezza, alla possibilità di una vita pienamente abitabile. Non offriamo supporto né servizi. Offriamo strade, riferimenti, strumenti per orientarsi in un mondo che spesso esclude o frammenta le esistenze transgender.
Il progetto si basa su incontri strutturati, con obiettivi chiari e contenuti mirati: formazione, lavoro, casa, strumenti burocratici, relazioni di potere. Il mentoring non è accompagnamento: è trasmissione di esperienza, di visione, di direzione.
Chi partecipa lo fa per prendere posizione nella propria vita, non per essere seguito.
Redazione
ACET cura una redazione stabile che produce contenuti originali, analisi, interviste e riflessioni critiche. Non facciamo informazione per dovere di cronaca, ma per delineare un pensiero.
Raccontiamo il mondo da una prospettiva trans, politica e consapevole.
La redazione è un laboratorio di scrittura, un esercizio collettivo di visione, una cassa di risonanza che lavora in profondità.
Archivio
Il nostro archivio nasce per raccogliere, organizzare e trasmettere la memoria delle soggettività transgender in Italia.
Conserva materiali cartacei, fotografici, audiovisivi e digitali che documentano le esperienze della nostra comunità e le attività dell’associazione.
Non è solo un deposito: è uno spazio vivo, accessibile, in continua espansione. Crediamo che la memoria sia un atto politico. E che avere una storia significhi avere un futuro.
I nostri progetti
Identità, memoria e spazio: la presenza trans nell’arte pubblica
Nell’estate del 2023, ACET è stata contattata da Or.Me – Ortica Memoria, un progetto artistico che lavora sulla riqualificazione urbana attraverso la memoria collettiva.
Stavano realizzando un’opera monumentale: il Murales dei Diritti, un grande affresco pubblico nel cuore del quartiere Ortica, a Milano, con 100 volti di persone che hanno segnato la storia dei diritti civili e umani.
Ci è stato chiesto di indicare figure storiche del Movimento Trans. Abbiamo risposto con sette nomi che per noi sono fondamentali:
Marsha P. Johnson, Sylvia Rivera, Leslie Feinberg, Pina Bonanno, Marcella Di Folco, Deborah Lambillotte, Lucy Salani.
Tutte e tutti sono stati inclusi nell’opera.
Il murale è stato inaugurato l’8 ottobre 2023. Un gesto simbolico, ma profondamente politico: rendere visibili i volti e i nomi di chi ha lottato, in uno spazio pubblico, permanente, collettivo.
Essere presenti in questo racconto visivo della storia significa rivendicare il posto che ci spetta. Sui muri, nella memoria, nel futuro.
Sotto attacco, mai in silenzio. La battaglia per le carriere alias in Lombardia
Nel giugno 2023, in piena estate e nel silenzio generale, viene depositata una mozione in Regione Lombardia dal consigliere Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia), intitolata «Interventi contro la diffusione dei regolamenti scolastici sulla C.D. “Carriera Alias”».
Un atto che mirava esplicitamente a cancellare ogni forma di riconoscimento amministrativo dell’identità di genere nelle scuole lombarde, vietando regolamenti interni, percorsi di accompagnamento, progetti educativi, e persino l’utilizzo dei nomi d’elezione.
Dietro la retorica del “buon senso”, si celava l’obiettivo politico chiaro: colpire le soggettività transgender più giovani, renderle invisibili, negare loro perfino il diritto di essere chiamate col proprio nome.
L’inizio della mobilitazione
La prima a dare l’allarme, il 24 giugno 2023, è la consigliera comunale Monica Romano, che dal palco del Milano Pride denuncia pubblicamente la mozione e lancia la proposta di una manifestazione sotto il palazzo della Regione Lombardia.
È l’inizio di una mobilitazione politica e sociale che durerà quattro mesi.
Nel frattempo, la mozione — modificata più volte — resta all’ordine del giorno, mentre cresce la consapevolezza della sua pericolosità.
In poco tempo, nasce un fronte largo e trasversale di realtà studentesche e LGBTQIA+, riunite sotto il nome di Coordinamento Carriere Alias. Senza loghi, senza bandiere, ma con un obiettivo chiaro: far ritirare o far bocciare la mozione.
Una campagna comunicativa senza precedenti
Le prime settimane sono difficili. La stampa nazionale non ne parla, la partecipazione ai presidi è contenuta.
Ma non ci fermiamo. ACET insieme ad altre realtà inizia a costruire una strategia comunicativa forte, precisa e mirata:
- Viene diffusa una lettera di diffida firmata dalla dottoressa Giuseppina Ristori, figura di riferimento nella medicina dell’affermazione di genere.
- Emergono mail interne di consiglieri regionali come Mauro Macchi, che mostrano la spaccatura interna nella maggioranza.
- La strategia social viene intensificata, così come la pressione politica.
Il secondo presidio davanti al Pirellone diventa un caso nazionale. I media si accorgono della questione, la notizia arriva sulle prime pagine e, per la prima volta, si rompe la compattezza del centro-destra lombardo.
Una vittoria politica e culturale
Il momento decisivo arriva in ottobre 2023, quando la mozione viene finalmente discussa in aula. Nonostante le modifiche, non raggiunge i voti necessari per essere approvata.
La mozione è bocciata. Abbiamo vinto.
La nostra battaglia è riuscita a impedire un pericoloso precedente normativo, ma ha fatto di più:
- Ha portato la questione delle carriere alias al centro del dibattito pubblico nazionale.
- Ha mostrato che una rete politica e comunicativa ben strutturata può davvero incidere.
- Ha ricordato che le persone trans, soprattutto quelle giovani, non sono sole e non resteranno in silenzio.
Una battaglia che ci definisce
Questa campagna è stata la più grande mai costruita da ACET fino ad oggi, non solo per l’impatto mediatico, ma per la capacità di tenere insieme strategia, comunicazione e mobilitazione reale.
Non abbiamo difeso un regolamento. Abbiamo difeso un principio di realtà, di dignità, di vita quotidiana.
Questa è la nostra linea politica:
Agire in fretta, prendere parola, costruire alleanze, rifiutare la neutralità, rendere visibili gli attacchi e rispondere colpo su colpo.
Non chiediamo di esistere: lo facciamo.
ACETEAM, Il calcio come campo di battaglia culturale
Nel 2023 nasce ACETEAM, la prima squadra di calcio in Italia interamente composta da atleti transgender.
Un progetto pionieristico, costruito dalla collaborazione tra ACET e Polisportiva Open Milano Calcio ASD, che ha portato per la prima volta in campo — letteralmente — la possibilità di pensare lo sport come spazio di affermazione, autodeterminazione e visibilità reale per le persone transgender.
ACETEAM è molto più di una squadra.
È una presenza politica nello spazio sportivo, che storicamente ha escluso, marginalizzato o ridicolizzato le persone transgender. È un’azione concreta, che rifiuta il simbolico e il decorativo, e sceglie invece di esistere, allenarsi, competere e farsi vedere.
Uno spazio che prima non c’era
Lo sport è spesso narrato come un luogo di inclusione. Ma per le persone trans, troppo spesso, è l’esatto contrario: un territorio segnato da diffidenza, barriere normative, ostilità sistemica e cancellazione della complessità dei corpi.
In questo contesto, ACETEAM si propone come una risposta radicale: non l’inclusione in qualcosa di preesistente, ma la creazione di un nuovo spazio di possibilità, dove nessuno deve giustificare la propria presenza.
Allenarsi, scendere in campo, far parte di un contesto sportivo sono gesti ordinari. Ma per chi ha dovuto sentirsi fuori posto per tutta la vita, sono atti politici potenti.
ACETEAM è questo: un corpo collettivo che rivendica il diritto di esserci, di muoversi, di costruire forza, anche in ambienti ostili.
PLAYOUT. Raccontare una squadra, raccontare una comunità
Durante la prima stagione calcistica di ACETEAM, è stato realizzato da Accademia09 un documentario dedicato alla squadra: si chiama PLAYOUT ed è firmato da Alessandro Toscano e Fabrizio Nacciareti, in collaborazione con CIG Arcigay Milano, con il contributo degli studenti del terzo anno del Corso di Regia.
PLAYOUT segue le voci di Alba, Tommaso, Noah, Nico e Guglielmo, cinque atleti della squadra, intrecciando i loro percorsi personali con l’esperienza condivisa dentro al campo.
Il risultato è un racconto corale che mostra ACETEAM non solo come progetto sportivo, ma come dispositivo politico: uno strumento di accesso, legittimazione e trasformazione per l’intera comunità trans*.
Il documentario mette a fuoco l’ostilità sistemica che le persone trans incontrano nello sport, ma anche la forza collettiva, la resilienza e la determinazione che possono nascere da uno spazio costruito con cura e visione.
Un luogo che non è soltanto safe, ma anche radicalmente generativo.
La prima proiezione pubblica di PLAYOUT si è tenuta al Mix Festival il 1° ottobre 2023 alle ore 12.30, segnando un altro passo importante nel dare visibilità e profondità a un progetto che, stagione dopo stagione, continua a dimostrare che fare squadra può essere anche un modo per cambiare il mondo.
Sostenibilità e accessibilità
Il progetto è stato reso economicamente sostenibile grazie al supporto del Rainbow Social Fund, del progetto Pride Club e della fondazione NextEnergy, che ha coperto parte dei costi garantendo una quota di partecipazione calmierata e accessibile a tutti i livelli di reddito.
Questo ha permesso a chiunque di prendere parte al progetto e avere accesso per un anno allo sport in modo sicuro, dignitoso e senza ostacoli economici.
Una scelta politica chiara: lo sport come diritto, non come lusso.
ACETEAM incarna in modo perfetto la linea d’azione di ACET: tradurre i bisogni delle soggettività trans in progettualità reali, non simboliche, che trasformino spazi sociali concreti.
Come ogni attività dell’associazione, anche questa squadra nasce da un’urgenza reale, si costruisce e prende forma con intenzione, presenza e alleanze strutturate.
Non si tratta solo di “fare sport”. Si tratta di costruire spazi abitabili. Di rendere visibile ciò che è stato sempre tenuto ai margini. Di creare futuro, non solo reazione.
Dal 2024, una nuova gestione
A partire dal 2024, il progetto è interamente gestito da Polisportiva Open Milano Calcio ASD, che ne garantisce continuità e struttura organizzativa.
ACET ha scelto di affidare la gestione sportiva a Open, riconoscendo la solidità del percorso condiviso e l’importanza di radicare il progetto nel tessuto sportivo cittadino.
La visione che ha guidato la nascita di ACETEAM continua a vivere in una forma autonoma, capace di crescere, consolidarsi e generare presenza.